Consiglio Comunale del 23 Settembre 2024 con punto all'ordine del giorno "Adozione del piano strutturale comunale associato".
Signor Sindaco, Signori Consiglieri,
La gestione del territorio è il compito istituzionale più importante che compete ad un ente locale come il comune, ed è proprio sulla capacità di governo del territorio, quindi, che va misurata e valutata la capacità e la qualità amministrativa di una classe dirigente.
Invero, è proprio sul tema della problematica urbanistica che si è consumato, invece, il più grande fallimento politico - amministrativo delle cosiddette classi dirigenti che hanno amministrato il paese non solo nell’ultimo ventennio ma anche in quello precedente.
Ben quaranta anni orsono fu approvato il PIANO REGOLATORE GENERALE redatto dall’Ingegnere Vaccari, ovviamente sulla base delle indicazioni politiche date dagli amministratori del tempo.
Il predetto piano regolatore generale prevedeva una estensione di terreni edificabili da c.da Barruca a c.da Canne passando per il Bosco Catalano.
Infatti, prevedeva oltre alle diverse zone B - zone di completamento e recupero - immediatamente adiacenti al centro abitato - le zone C, cioè zone di espansione e poi ben 10 zone T turistiche e zone SP servizi privati.
Il piano aveva una estensione di zone edificabili assolutamente fuori misura, per giustificare la quale era stata fatta una previsione della crescita della popolazione su base ventennale fino, addirittura, a 20.000 unità. Preciso che all’epoca la popolazione residente nel comune di Roccella Ionica era all’incirca intorno ai settemila abitanti.
Si era, quindi, prefigurata una crescita della popolazione fino al triplo di quella all’epoca esistente.
E’ del tutto evidente che dopo non venti anni, ma addirittura 40 anni, quella previsione di crescita della popolazione si è rivelata, per come già ampiamente prevedibile, totalmente assurda sicchè a distanza di quaranta anni si e’ dovuto prendere atto della sua assoluta insensatezza e ridimensionare la previsione entro il limite ritenuto più accettabile di 13.000 unità, cioè la metà dell’incremento di popolazione previsto in sede originaria.
Inoltre, tutto il piano regolatore era soggetto alla previa redazione ed adozione di piani particolareggiati, originariamente previsti persino nelle zone B, per cui era praticamente un piano del tutto inattuabile e senza nessuna efficacia pratica.
Era, pertanto, del tutto evidente che lo strumento Piano Regolatore Generale approvato non era altro che “fumo negli occhi” sparso a piene mani nei confronti dei piccoli proprietari, con il quale dietro una generica previsione di rendere edificabili tutti i terreni che circondavano il centro abitato, evitando di scendere nei particolari per non suscitare scontenti ed ostilità, si faceva un’operazione di paternalismo clientelare tesa a suscitare un generico consenso, il tutto nel quadro di iperboliche e quanto mai fantasiose curve di incremento della popolazione residente nettamente in contrasto con la tendenza al ribasso mostrata dalla realtà negli ultimi anni.
Solo nel 1996 una amministrazione della quale non faceva parte nessuno della famiglia ZITO ha adottato una variante al piano che consentiva il rilascio della concessione edilizia diretta, cioè senza piano particolareggiato, nelle zone B1, B2 E B3, zone di completamento dove esistevano già le opere di urbanizzazione e successivamente, nel 1997, sempre la stessa amministrazione ha adottato il primo ed unico piano particolareggiato approvato, cioè il PIANO SPIAGGIA.
Nei primi anni 2000 è iniziato l’iter di un’altra annosa vicenda urbanistica che tuttora riguarda il nostro comune, cioè quella del piano strutturale comunale ffidato la cui progettazione è stata a suo tempo affidata al Prof. Giuseppe Imbesi.
Guarda caso quello stesso Professore di Urbanistica che, invece, non fu ascoltato quando nel corso di un convegno di studi disse che l’area scelta per la realizzazione dell’Auditorium Comunale era inidonea e che la scelta di quell’area inidonea urbanisticamente avrebbe determinato anche dei gravi limiti nella progettazione della stessa struttura.
Nell’avviare l’iter del Piano strutturale, gli amministratori del tempo, tra i quali c’era l’attuale sindaco Vittorio Zito, hanno compiuto però una scelta sciagurata che poi si è rivelata fallimentare, cioè quella di consorziarsi per la sua realizzazione con il comune di Nardodipace.
Questa scelta fu fatta per sfruttare la possibilità di accedere a finanziamenti che venivano dati ai comuni che si consorziavano.
Avremmo dovuto, invece, consorziarci con comuni a noi vicini che presentavano caratteristiche del territorio simili a quelle del nostro, come ad esempio il comune di Caulonia che condivide con noi lo stesso litorale ed il cui territorio confina con il porto, ed avremmo ottenuto anche per questa via i finanziamenti pubblici per i comuni consorziati.
La sciagurata scelta di consorziarsi con Nardodipace ha mostrato la sua totale ed assoluta inadeguatezza anche per le problematiche sorte al comune di Nardodipace, comune che ad un certo punto della sua vicenda amministrativa è stato, addirittura, sciolto per infiltrazioni della criminalità organizzata. Ma non solo per questo, anche perché il comune di Nardodipace appartiene ad altra provincia e, quindi, le conferenze dei servizi necessarie per la progettazione del piano strutturale dovevano essere fatte con enti ed istituzioni diverse da quelli della provincia di Reggio Calabria.
Dieci anni fa circa è avvenuto uno dei passaggi dell’iter del Piano, cioè l’adozione del Piano e pertanto si è verificato il passaggio delle aree T, cioè turistiche ed SP, cioè servizi privati, a cosiddette zone bianche cioè zone sulle quali l’indice di edificabilità era di 0,03 mc su mq con lotto minimo a 10.000 metri.
La possibilità di edificazione, quindi, residuava solo sulle zone B e C.
Da allora ad oggi nulla è cambiato.
Le amministrazioni comunali che si sono succedute negli ultimi anni hanno anche escluso la possibilità di utilizzare il cd piano casa che consentiva aumenti di piccole cubature per servizi in un quadro di miglioramento abitativo, peraltro interventi per i quali era necessario il permesso a costruire, praticamente in tutto il centro abitato dal Viale degli Ulivi alla zona Cavone.
Occorre, a questo punto, fare una serie di riflessioni sul merito della proposta di Piano.
E’ del tutto evidente che l’abbassamento della previsioni di crescita della popolazione ha determinato una correlativa diminuzione delle superfici edificabili.
Diminuzione alla quale ha, altresì, contribuito la sommatoria al calcolo delle superfici edificate di quelle cubature che nel corso di tutti questi anni sono state realizzate illegittimamente, ovvero abusivamente.
Quindi è diminuita in maniera significativa la possibilità edificatoria con penalizzazione dei soggetti che non hanno intrapreso nel corso del tempo iniziative edificatorie in assenza di concessione edilizia o permesso di costruire incrementando il fenomeno dell’abusivismo edilizio.
Non solo, nel frattempo e’ stata anche modificata la direttrice di sviluppo sottesa al piano - mentre nel PIANO REGOLATORE GENERALE la direttrice di sviluppo era indirizzata verso la ZONA LACCHI nel nuovo piano strutturale la direttrice di sviluppo è indirizzata verso la ZONA PORTO.
Nello specifico diventano terreni di particolare pregio sotto il profilo dell’edificazione alcuni terreni situati immediatamente sopra l’area portuale.
Orbene, è necessario considerare che in tutti questi anni i proprietari dei terreni che risultavano edificabili secondo il vecchio piano hanno pagato prima l’ICI – IMPOSTA COMUNALE SUGLI IMMOBILI e poi L’IMU – IMPOSTA MUNICIPALE UNICA - sulla base della destinazione urbanistica dei predetti terreni e quindi come aree edificabili.
Infatti, dopo l’approvazione del piano regolatore generale è cominciata, una vera e propria opera di “taglieggiamento” ai danni dei proprietari di quei suoli che si sono visti costretti a pagare in tutti questi anni le imposte su quegli immobili in misura che prendeva in considerazione una qualificazione edificatoria dei terreni di fatto inesistente.
L’opera di taglieggiamento è stata continuata anche da questa amministrazione comunale. Infatti, alcuni mesi fa, sono pervenute ai cittadini proprietari di terreni delle lettere da parte dell’amministrazione comunale con le quali si comunicava che “con deliberazione del 27/06/2023 la Giunta Comunale al fine di regolamentare la propria azione di controllo ha determinato i valori minimi di riferimento delle aree edificabili.”.
Ebbene, le cosiddette aree edificabili in questione, di cui sono stati rideterminati i valori minimi, non sono altro che i terreni ricompresi nel PRG sui quali di fatto in tutti questi anni e tutt’oggi non è stato e non è possibile svolgere alcuna attività edificatoria. Terreni, quindi, che non hanno potuto essere utilizzati quali aree edificabili e tanto meno commercializzati come tali, considerato che nessuno è stato disponibile a comprarli se non al valore di terreni agricoli, terreni che continuano pervicacemente ad essere tassati quali aree edificabili.
Un inasprimento della tassazione, pertanto, che non solo non trova alcuna giustificazione, ma anzi protrae ed addirittura aggrava una condizione di assoluta ingiustizia e di vessazione nei confronti di questi cittadini, che anziché essere ulteriormente oppressi con questa tassazione iniqua ed intollerabile dovrebbero, invece, essere risarciti per aver versato per decenni tasse su presupposti impositivi di fatto inesistenti.
Tutto ciò non fa altro che confermare, ove mai ce ne fosse bisogno, quanto lontani siano dalla realtà gli attuali amministratori di questo paese, che anziché prodigarsi per alleviare le condizioni di sofferenza dei cittadini, si adoperano, invece, ad utilizzare i cittadini come bancomat, alimentando per questa via un clima di sfiducia, di disaffezione e di distacco nei confronti delle istituzioni.
Ebbene, proprio in considerazione della circostanza che oggi la possibilità edificatoria di detti terreni è diminuita, o addirittura risulta di fatto inesistente, si è verificata una penalizzazione di detti terreni.
Noi siamo coscienti della necessità di chiudere al più presto l’iter amministrativo che di fatto ha bloccato tutte le iniziative sul territorio. Per cui, pur riconoscendo l’errore strategico di aver pensato al Piano Strutturale Associato con Nardodipace che, per storia, cultura, collocazione geografica e situazione politica è ai nostri antipodi, riteniamo che non sia possibile rimandare a tempi biblici l’approvazione definitiva del nuovo strumento urbanistico.
Vogliamo, però, che si apra finalmente una seria discussione nel merito.
Le scelte, comunque, dovranno essere compiute dopo aver sviluppato un ampio confronto, in primis con tutti i cittadini ed in particolare con quelli proprietari di terreni delle aree interessate, ma anche con le categorie professionali interessate, Ingegneri , Architetti, Geometri, Imprenditori del settore e le organizzazioni sociali.
Sicuramente dovranno essere effettuate scelte in modo da proporre un sistema urbano coerente e flessibile.
Non è pensabile chiudere il paese a riccio intorno a culture conservative che, di fatto, deprimono l’attività edilizia e peggiorano la creazione di posti di lavoro.
Le predette scelte, al fine di non penalizzare quanti in questi anni fidando sulle previsioni del PRG hanno fatto investimenti e non danneggiare quanti sono stati costretti a pagare le imposte nella misura prevista per i terreni edificabili, dovranno essere in armonia con il vecchio PRG secondo le direttrici di sviluppo urbano già da tempo individuate e sulle base delle quali i cittadini hanno compiuto scelte esistenziali.
La gestione del territorio, che è il più importante tra i compiti istituzionali demandato all’ente locale e che mette in gioco interessi economici e sociali rilevanti, non può essere determinata nel chiuso delle stanze “istituzionali”, siano esse “tecniche” o “politiche” ma deve essere il frutto della massima partecipazione democratica.
Il Capogruppo del gruppo “Roccella in Comune – Prima le Persone”
Claudio Belcastro
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