Nell’ultimo periodo si sono susseguite le imbarcazioni che sono rimaste arenate ed incagliate nel banco di sabbia presente davanti l'imboccatura del Porto delle Grazie di Roccella Jonica.
Se ne sono contate una decina e gli episodi di incagliamento sono avvenuti anche con il mare grosso, con rischi gravi per i natanti e le persone.
Solo l'intervento della Capitaneria di Porto ha consentito il disincagliamento delle imbarcazioni.
Purtroppo, il problema dell'insabbiamento nell'imboccatura del porto è dovuto alla scelta sciagurata di collocare il porto nella sua attuale posizione e non potrà mai essere risolto in via definitiva.
In questi anni molto sporadicamente sono stati realizzati interventi di dragaggio impiegando ingenti fondi pubblici, ricevuti e spesi dal Comune.
Eppure l'atto di concessione marittimo firmato il 5 maggio 2014 tra comune e società Porto delle Grazie prevede espressamente che l’attività di dragaggio deve essere effettuata a cura e spese della società di gestione:
“Il concessionario si impegna a: provvedere, a sua cura e spese e per tutta la durata della concessione, alla perfetta manutenzione ordinaria e straordinaria delle pertinenze demaniali concesse tenuto conto dello stato dell'area e dei beni cosi come si presentano alla data della presente concessione. Di provvedere ai dragaggi necessari per il ripristino/mantenimento delle quote batimetriche necessarie per il transito delle imbarcazioni negli specchi acquei delle darsene in concessione ricompresa l'imboccatura del porto. In particolare i lavori di dragaggio della linea di imboccatura del porto dovranno essere assentiti, ai fini della sicurezza della navigazione dalla Autorità Marittima previa autorizzazione da parte del Comune di Roccella Jonica - settore Demanio.”.
Contravvenendo a tale obbligazione, invece, dal 2014 ad oggi, fatto salvo il periodo in cui ha svolto la funzione di amministratore il dott. Fabio Filocamo che si è attivato per ripristinare il mezzo per il dragaggio, la Società Porto delle Grazie non ha mai provveduto al dragaggio, mentre il Comune ha richiesto, ottenuto e sperperato centinaia di migliaia di euro di fondi pubblici.
L'insabbiamento è solo la punta dell'iceberg di una infrastruttura che fa acqua da tutte le parti poiché l'amministrazione comunale non ha mai avuto una visione progettuale e non è mai riuscita a fare del Porto un volano di sviluppo per Roccella e il Comprensorio.
Un Porto con una pessima gestione affidata dagli amministratori comunali da oltre due anni, ad un’anonima figura sconosciuta a tutti (ma hanno imparato a conoscerlo bene i diportisti), per avvantaggiare i loro interessi politici attraverso operazioni clientelari (leggasi bando ristorante ed assunzioni)
Un amministratore senza titoli, pagato 120 Mila euro l'anno, capace di scontentare tutti i diportisti e di disfare, in due anni, tutto quello che aveva costruito il precedente amministratore che, oltre ad essere laureato ed a possedere una specializzazione ad Harvard (la prima università al mondo), vantava una vasta esperienza in attività di gestione, maturata in una serie di prestigiosi incarichi, pubblici e privati, prima ancora di ricoprire il ruolo di amministratore unico del porto di Roccella Ionica.
Un amministratore, quello odierno, capace solo di dire al comitato dei diportisti “Se non siete contenti, ve ne andate!” solo perchè si sono giustamente lamentati di non poter accedere al porto con l’auto per poter arrivare alla propria barca per il carico/scarico delle attrezzature.
Infatti, l'accesso al Porto non è più consentito alle autovetture e i carrellini sono pressoché inesistenti.
Questo perché è stata fatta la scelta sconsiderata di rimuovere la pavimentazione del porto, costituita da mattoni di elevato spessore, di calcestruzzo ben resistenti, per impiantare al loro posto delle piastrelle “che non vanno sporcate ne percorse con automobili perché si rompono!”
Le aree di utilizzo per carico e scarico oggi servono solo per le passeggiate e i selfie, non per garantire i servizi ai diportisti.
Un porto insicuro dove ogni giorno si verificano episodi di vandalismo e si riscontrano continui accessi sulle barche, soprattutto di notte, sulle quali estranei vanno a bivaccare o addirittura a rubare.
Eppure i presupposti essenziali per un “Marina Resort” sono la recinzione delle banchine e dei pontili, completamente assenti al Porto di Roccella, così come ogni tipo di custodia e impianto di videosorveglianza.
Improvvisamente sono stati chiusi i bagni e le docce dei diportisti con buona pace di quanti hanno pagato per l’inverno e ora non hanno come lavarsi o andare in un servizio igienico decente.
Inoltre, le tariffe annuali per i posti barca sono ogni anno sempre più alte e sono stati eliminati dal contratto anche i servizi di varo e alaggio che prima erano compresi.
L’ultima novità in materia è, poi, la fantomatica offerta bluff per il rinnovo del contratto di ormeggio diversi mesi prima della scadenza. Una vero e proprio "avvertimento" per i diportisti: “rinnovate e pagate entro il 15 dicembre perchè poi non si sa se ci saranno degli aumenti”.
E’ evidente che si è trattata di un’operazione per rimpinguare le casse rimaste all’asciutto. Già perché mentre il precedente amministratore aveva lasciato i bilanci in attivo, oggi evidentemente siamo a rosso profondo!!!
La società non ha effettuato nessun investimento. Del piano degli ormeggi non c'è traccia in nessun sito, e siamo ancora in attesa degli incrementi dei posti barca di elevata dimensione.
Gli investimenti riguardano solo lavori per finanziamenti ottenuti dal Comune dal Ministero dei Trasporti. Lavori molti dei quali, come dicevamo prima, non hanno ne senso ne logica: rompere il vecchio per ricostruire il nuovo con l’obiettivo di sperperare il denaro pubblico, senza considerare che quel che viene realizzato peggiora invece che migliorare i servizi.
Questa è la situazione del "porticciolo" (così viene definito su Google) di Roccella Jonica.
Diportisti che, con l'alto rischio di rompere la propria barca, sicuramente non verranno o torneranno in questo Porto. E già, perché, nonostante l’aria fritta dei numeri che vengono riferiti, quest’anno c’è stata una perdita di oltre il 30% al distributore di benzina.
Il nostro porto non è per nulla appetibile; il fondale basso frena l’accesso delle barche scoraggiando i diportisti che scelgono altri porti più sicuri.